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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, I, 62
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originale
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[62] Sed vide, quam tecum agam liberaliter: quae communia sunt vobis cum ceteris philosophis non attingam, ut hoc ipsum; placet enim omnibus fere mihique ipsi in primis deos esse. Itaque non pugno; rationem tamen eam, quae a te adfertur, non satis firmam puto. Quod enim omnium gentium generumque hominibus ita videretur, id satis magnum argumentum esse dixisti, cur esse deos confiteremur. Quod cum leve per se, tum etiam falsum est. Primum enim unde tibi notae sunt opiniones nationum? Equidem arbitror multas esse gentes sic inmanitate efferatas, ut apud eas nulla suspicio deorum sit.
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traduzione
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62. Con te voglio per? essere longanime: lascer? da parte tutte le convinzioni che voi avete in comune con le
altre scuole, come quella test? esaminata. Siamo tutti d'accordo, ed io per primo, che gli d?i esistono e perci? non faccio
obiezioni. Quella che non mi convince ? la spiegazione da te addotta al riguardo. Tu hai detto che il consenso di tutti i
popoli e di tutte le nazioni ? un valido argomento per indurci ad ammettere l'esistenza degli d?i.
Orbene, questa affermazione ? ad un tempo superficiale e falsa. In primo luogo che sai tu di ci? che pensano gli
altri popoli? Per quanto mi concerne ritengo che esistano popoli talmente immersi nella barbarie da non sospettare
minimamente l'esistenza degli d?i.
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